[Recensione di Mau – PellicolaScaduta.it]
Non avendo letto il fumetto di Alan Moore non posso fare confronti o paragoni fra carta e pellicola.
Esprimo subito il mio giudizio molto positivo su questo film, arrivato in sala un po’ sommessamente, ma che dopo qualche news e qualche trailer mi sono convinto ad andare a vedere.
In un ipotetico futuro, dopo la Terza Guerra Mondiale, anche Londra e’ rimasta assoggettata ad una dittatura di stampo nazista dove un cancelliere (John Hurt) governa imponendo leggi estreme su un popolo impaurito e sottomesso. Evey Hammond (Natalie Portman), dipendente negli uffici televisivi, una notte viene coinvolta in una aggressione, ma e’ salvata da una misteriosa figura ammantata che porta una maschera raffigurante le sembianze di Guy Fawkes, un ribelle che il 5 novembre 1606 aveva tentato di far esplodere il parlamento inglese. L’uomo (Hugo Weaving) si fa chiamare V ed e’ ricercato come terrorista e traditore. Con attentati ed operazioni di matrice anarchica, V tenta di far sollevare i propri concittadini contro il governo del cancelliere Sutler.
Presto anche Evey, scoprendo piano piano spaventose verita’ sul passato del misterioso vendicatore, trovera’ la forza nascosta dentro di se’ fino a trovarsi schierata al suo fianco nella lotta contro il totalitarismo.
James McTeigue, collaboratore dei fratelli Wachowski in “Matrix” (qui sceneggiatori e produttori), e’ alla sua prima opera da regista e mi pare che se la sia cavata molto bene. Il film e’ appassionante e ricco sia di belle scene d’azione che di momenti commoventi e riflessivi. Come in “Matrix”, gli stupendi effetti speciali e i combattimenti, non soffocano mai la trama, le emozioni e i significati, ma riescono a conciliarsi perfettamente col resto.
Trovo che V sia uno dei piu’ belli e dei piu’ complessi personaggi cinematografici degli ultimi tempi, merito anche di uno Hugo Weaving (era l’agente Smith in “Matrix” e Elrond ne “Il signore degli anelli”) incredibilmente soprendente: senza mai vedere il suo volto, capiamo e veniamo coinvolti nei suoi sentimenti e nei suoi pensieri; merito di una mimica di alto livello dell’attore, ma anche dall’azzeccatissima voce di Gabriele Lavia del doppiaggio italiano (sarebbe una buona idea una visione in lingua originale per cogliere le eventuali differenze). Anche noi, come Evey, veniamo rapiti dal carismatico e affascinante V, lo amiamo, lo odiamo, lo compatiamo, lo ammiriamo.
Restando in discorso cast, mi sono parse buone le interpretazioni dei piccoli personaggi di contorno (Stephen Rea, Stephen Fry, John Hurt), ma anche di una Natalie Portman convincente, che ha definitivamente abbandonato i panni della Padme di “Star wars”.
L’ambientazione mescola elementi di “1984” (atmosfera generale) e di “Matrix” (regia e contenuti) ed e’ non solo un omaggio, ma soprattutto la dimostrazione di come due generi diversi possano essere fusi in un solo film.
Come poi non parlare dell’attenzione con cui e’ stata costruita ogni singola scena, intrisa (come gia’ in “Matrix”) di profondi significati secondari, oltre che di numerose citazioni storiche, cinematografiche, letterarie, musicali (il covo di V e’ un vero paradiso)…
Impossibile inoltre non notare quanto “V per Vendetta” sia anche attuale: oltre alla polemica e all’aggressivita’ nei confronti di certe situazioni politiche e ai temi della tortura e (ovviamente) del terrorismo, il film mette in evidenza quello che e’ il suo elemento centrale: il pesante dubbio “Si puo’ usare la violenza in situazioni di oppressione estrema?” (una battuta simile la recita la Portman); ma dove sembra che queste questioni stiano prendendo il sopravvento sulla trama, c’e’ anche spazio per questioni sociali e umane come l’amicizia e l’amore.
Infinite le battute memorabili – giusto per citarne un paio: “Le persone non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura delle persone” – “C’e’ molto piu’ della carne dietro questa maschera. C’e’ un’idea, e le idee sono a prova di proiettile”.
E se narrativamente il ritmo cala non di poco nella parte di prigionia di Evey, il finale e’ veramente da brividi: forte e coinvolgente sia visivamente che emotivamente.
Se non sapete cosa andare a vedere in questo periodo di magra cinematografica, il mio consiglio cade vivamente su questo “V per Vendetta”.
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