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Lea Michele vuole ricordare Cory Monteith in “Glee”

Foto: © Tammie Arroyo / kikapress

Nel terribile lutto che l’ha colpita, Lea Michele vuole aiutare gli altri e dare un monito a tutti i ragazzi che guardano “Glee”. L’attrice ha offerto il suo aiuto al creatore del telefilm Ryan Murphy per scrivere il terzo episodio della prossima stagione, che sarà dedicato al personaggio interpretato da Cory Monteith.

“Lea vuole che rifletta la realtà per far capire alla gente cosa può succedere se si hanno problemi con le droghe”, ha dichiarato una fonte ad US Weekly.

La ragazza è tornata al lavoro sul set dello show dopo aver passato qualche settimana lontana dai riflettori. La scorsa settimana Lea è stata avvistata al baby shower di Jamie-Lynn Sigler, una delle amiche che le è stata più vicina in questo momento difficile.

L’altro ieri la Michele ha postato su Twitter una foto scattata sul set (qui sotto).

Foto: © Lea Michele / Twitter

“Si sta bene ad essere di nuovo a casa”, ha scritto, felice di essere tornata ad interpretare i panni di Rachel Berry. “E non avrei potuto scegliere una canzone più bella o perfetta per ricominciare”, ha rivelato.

Nel frattempo i fans della serie rimangono in attesa della quinta stagione del telefilm, il cui debutto è previsto per il prossimo 26 Settembre sulla tv americana.

Josie:

View Comments (9)

  • Devo dire che sono piacevolmente colpita dal suo atteggiamento. E' davvero una persona molto forte e già parla di ricominciare. Poi trovo davvero umano il fatto di usare il lutto per dare ai giovani un messaggio sulle droghe, è molto maturo. Non sono mai stata una sua fan, anche perchè non l'ho mai realmente seguita, ma devo dire che il suo modo di fare è davvero da ammirare.

  • Non capisco una cosa.. ma mentre il suo ragazzo si drogava, lei dove stava? Non me la bevo che uno/a non si renda conto di stare con qualcuno che si fa di eroina!

    • Anche se Lea si fosse accorta che lui si drogava cosa poteva fare?
      Una persona più che dare il proprio supporto non può fare in questi casi, purtroppo è una scelta che spetta solo a chi si droga.
      Detto questo, secondo me è andato in overdose proprio perché non si faceva più da tempo (o almeno dalla riabilitazione) e il suo corpo non ha retto la dose che prendeva solitamente perché non più abituato.

      • Esatto Sissi! E' troppo facile giudicare, criticare il comportamento altrui. Ma che ne sappiamo noi di com'è andata!

    • Ma lei lo sapeva infatti,lo sapevano tutti...Cory era stato mandato apposta in una clinica di riabilitazione e lei gli è sempre rimasta vicina. Quando lui è morto non era con lei infatti, probabilmente ha ceduto alla tentazione e quello è stato il risultato. Lui si drogava da quando era adolescente, di certo non poteva essere lei, in un paio di anni, a risolvere il suo problema. Le persone che si drogano non smettono da un giorno all'altro perché hanno qualcuno che le ama, magari fosse così, non ci sarebbero più drogati in giro.

    • valem, quello che dici non è totalmente scorretto. Io penso che sia anche una sua responsabilità. Se il tuo ragazzo si droga dovresti far di tutto per aiutarlo...d'altra parte, come ha già detto qualcuno nei commenti, è la persona stessa che decide la sua sorte. Se lui ha deciso di continuare a drogarsi purtroppo non c'è molto che si possa fare.

    • ma è ovvio che lo sapesse visto che gli aveva dato il suo supporto quando è andato in rehab per questo problema, ma cosa poteva fare più di questo? penso che lei abbia fatto il più possibile per aiutarlo, sicuramente non si deve dare la colpa a lei per ciò che è successo, anzi, c'è da ammirarla per come è riuscita a stargli vicino da quando si sono messi insieme, cosa di cui molti (fra cui io) non sarebbero capaci!

    • Lei era pienamente consapevole del fatto che Cory fosse drogato, lui stesso lo aveva affermato in un'intervista dicendo di esserlo già dall'età di quattordici anni o giù di lì. Ha sempre ringraziato Lea perchè era anche grazie a lei che aveva deciso di tornare in una clinica di riabilitazione. Lei lo ha sempre supportato. Ma non è facile sfuggire ad una dipendenza del genere. Basta una ricaduta e toh, sei morto.
      Lui stesso aveva affermato di essere vivo ancora per miracolo.
      Basta giudicare, se non si sa come stanno realmente le cose.

  • Purtroppo chi soffre di dipendenze non è facile da aiutare. Non sentono nessuno, non vedono nulla se non l'oggetto della loro dipendenza che diventa paradossalmente il loro unico punto di appoggio, una sorta di ancora di salvezza. Vi assicuro che ci si sente impotenti in maniera quasi dolorosa a livello fisico. Lei si sta rivelando una gran donna.

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